Uno dei film favoriti alla vittoria finale con ben 10 nomination

Il nuovo film di David Fincher dedicato alla figura di Herman J. Mankiewicz detto Mank, lo sceneggiatore di «Quarto potere».  Dall'interpretazione da Oscar di Gary Oldman alla bellezza dei dialoghi, ecco perché ne sentiremo parlare

 

Ci troviamo a Victorville, in California, nel 1940Herman J. Mankiewicz, sceneggiatore alcolizzato, dopo aver subìto un incidente si isola nel Deserto del Mojave per realizzare uno script commissionato da Orson Welles. A quei tempi, l’attore e regista statunitense è un giovane venticinquenne a cui la casa di produzione cinematografica RKO ha lasciato carta bianca per la realizzazione di un film.

Dunque Mankiewicz, detto Mank, cerca l’ispirazione nei ricordi, rievocando anni precedenti in cui era spesso ospite del tycoon William Randolph Hearst e al servizio di Louis Mayer, capo della Metro-Goldwyn-Mayer.

Mank lavora giorno e notte sullo script, affiancato dalla segretaria Rita Alexander e da un’infermiera, che gli dà i sedativi e l’alcol di cui ha bisogno per lavorare. Infatti, lo sceneggiatore è un uomo solo e deluso da se stesso. Per questo motivo, modella il protagonista di Quarto Potere proprio sulla figura del magnate Hearst, uno degli uomini più potenti e pericolosi dell’epoca. È così che decide di attingere alla propria esperienza personale, basata sulla sua conoscenza di Hearst e della fidanzata di lui, Marion Davies.

Il regista David Fincher riporta sullo schermo gli anni d’oro di Hollywood, con delle scenografie che rimandano alle sontuose produzioni cinematografiche del tempo.

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