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L’attore e la moglie sono disposti a tutto per dare una mano.

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“Non ci potrebbe essere una conclusione migliore” all’attuale crisi del coronavirus con una cura per questa malattia che arrivi dal sangue di Tom Hanks“, ha dichiarato il comico e scrittore Peter Sagal in un programma della National Public Radio statunitense.

Sembra che la stella di Hollywood Tom Hanks si appresti a dare un contributo piuttosto personale per la lotta in corso contro la pandemia di COVID 19 donando il suo stesso sangue.

Durante la recente apparizione nello show della National Public Radio statunitense “Wait Wait… Don’t Tell Me!”, Hanks ha rivelato che sia lui che sua moglie Rita Wilson hanno nel sangue gli anticorpi contro il coronavirus, secondo il responso di test medici, manifestando così la volontà di donare parte del suo plasma per il nobile obiettivo di curare questa malattia.

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Non ce lo hanno chiesto; abbiamo detto, volete il nostro sangue? Possiamo donare il plasma? In effetti lo doneremo ora in quelle strutture che sperano di lavorare su quello che vorrei chiamare ‘Hank -ccine’ (gioco di parole con il termine inglese vaccine, che significa vaccino – ndr),” ha affermato l’attore.

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Al Pacino compie 80 anni, una vita di donne ma nessuna moglie. Gli amori del grande premio Oscar

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Nato ad Harlem il 25 aprile 1940, il premio Oscar, volto di personaggi indimenticabili del cinema, uomo dai tanti eccessi (alcolista per reggere il successo è perfino finito in carcere per il possesso illecito di armi), ha tre figli e vanta una lista infinita di amori. Però non si è mai voluto sposare

Ha detto no anche a donne che gli hanno regalato i suoi tre figli, ovvero l’insegnante di recitazione Jan Tarrant e Beverly D’Angelo. A lui, come legami sentimentali, sono associati grandi nomi come quello di Madonna, di Jill Clayburgh, di Tuesday Weld ma anche di Marthe Keller e Diane Keaton una attrice con la quale ha girato la trilogia de Il padrino.

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L’attore, regista e produttore cinematografico statunitense  è Considerato uno dei migliori interpreti della storia del cinema, Al Pacino è stato nominato 9 volte al Premio Oscar, vincendolo nel 1993 per il ruolo del tenente Frank Slade in Scent of Woman – Profumo di donna. Altre interpretazioni che hanno segnato la carriera dell’attore sono state quella del gangster Michael Corleone nella trilogia de Il padrino, di Tony Montana in Scarface, di Carlito Brigante in Carlito’s Way, di Benjamin “Lefty” Ruggiero in Donnie Brasco e del sindacalista Jimmy Hoffa in The Irishman. Citare tutte le pellicole alle quali l’attore ha preso parte sarebbe impossibile ma, oltre a quelle già nominate, meritano sicuramente una menzione particolare film come Serpico, Quel pomeriggio di un giorno da cani, Dick Tracy, Americani, Heat – La sfida, Insider – Dietro la verità, L’avvocato del diavolo, Ogni maledetta domenica, Insomnia e Sfida senza regole.

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Classe 1940, figlio di Rose Gerardi e Salvatore Al­fred Pacino, infanzia difficile segnata dall’abbandono del padre (quando aveva solo 2 anni), un’adolescenza vissuta in strada dopo aver lasciato la scuola a soli 16 anni, Al Pacino trovò nel teatro l’ancora di salvezza. Sui palcoscenici dei teatrini sconosciuti di New York fece l’incontro «magico», quello con Francis Ford Coppola, che gli regalò il ruolo chiave della sua carriera: il boss Michael Corleone nel Padrino. «Ho fatto quattro provini per quella parte», ha raccontato. «Non volevano prendermi perché non avevo esperienza.Anche Francis Ford Coppola, che mi aveva chiamato dopo avermi visto recitare a teatro, cominciava ad avere qualche dubbio. Alla

fine però mi ingaggiarono. Girammo quel film in fretta e furia per paura di essere licenziati». Il successo fu enorme. E dopo arrivarono una sfilza di personaggi entrati nella storia del cinema: dal mafioso cubano Tony Montana in Scarface al poliziotto italoamericano Frank Serpico in Serpico, passando per Carlito Brigante in Carlitòs way e Benjamin Ruggiero in Donnie Brasko.

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Stasera in tv, Diavoli. L’avvincente thriller finanziario girato tra Roma e Londra

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 Dopo il successo dei primi due episodi, disponibili on demand su Sky e Now Tv, nuovo appuntamento, questa sera 24 aprile su Sky Atlantic e Now Tv dalle 21.15, con ‘Diavoli’, il financial thriller targato Sky e Lux Vide, con Alessandro Borghi, Kasia Smutniak e Patrick Dempsey

 

DIAVOLI ANTICIPAZIONI DEL 24 APRILE 2020

EPISODIO 3 – Massimo continua a farsi domande sui veri interessi della NYL. La crisi libica e la caduta di Gheddafi sembrano interessare fin troppo alla banca e decide di approfondire le indagini. In parallelo continua a pensare che Ed sia stato ucciso e anche la Polizia è convinta che non si sia trattato di un semplice suicidio. Massimo però ha anche la morte della moglie Carrie a cui pensare, così come al legame sempre più crescente che sta creando con Oliver e Sofia, ma anche la convinzione che Dominic stia giocando sporco.

EPISODIO 4 – La crisi irlandese messe la NYL con le spalle al muro. Dominic è deciso a difendere gli interessi americani e il suo punto di vista non può che scontrarsi ancora una volta con quello di Massimo, deciso a proteggere l’Europa. Contro le sue indicazioni, il suo team tuttavia decide di speculare allesue spalle e cadono senza saperlo nella trappola di Dominic. Nel frattempo, la Polizia inizia a guardare Massimo con occhi sospetti per via del suo legame con la morte di Ed. Una dei detective infatti trova un dossier segreto, il cui contenuto potrebbe scagionare Ruggero e accendere le luci su Dominic.

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Uniti contro il virus, Unite Against Covid-19

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La lotta contro il Coronavirus ha messo in luce il grande lavoro di sacrificio ed impegno a cui sono sottoposti giornalmente tutte le professioni sanitarie.

Spesso lottano con armi spuntate, per la mancanza di adeguati mezzi, e devono superare muri molto alti, a causa della tanta burocrazia che vige nel nostro paese. Questa crisi ha messo in evidenza che tutte i sistemi sanitari applicati nelle diverse regioni possono avere delle falle, che si ripercuotono sia sugli operatori che sui pazienti. Ma nonostante tutti i sanitari non lasciano il loro posto di lavoro e vanno avanti, inventandosi sistemi per superarli e fornire ai pazienti un servizio migliore possibile.
Dispiace leggere notizie di vicini di casa che lasciano messaggi intimidatori e discriminatori al personale sanitario, definendoli untori, invece che ringraziare per il servizio fatto.
Il nostro ringraziamento va ai medici, agli infermieri e ai tanti volontari che guardano in faccia il dolore e la morte tutti i giorni. Preghiamo per loro che sono i nostri eroi.

By Simone Carozzo

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