BENEDETTA

Dal regista di Basic Instinct, la storia (più o meno vera) di Benedetta Carlini, badessa, mistica e visionaria, accusata di omosessualità e eresia. Presentato in concorso a Cannes 2021, racconta un amore lesbico tra benedettine, in un tempo in cui fede e potere erano la stessa cosa.

SE LA FEDE DIVENTA STRUMENTO DI PASSIONE CARNALE TRA DUE SUORE

CORPO E ANIMA. VERITÀ E MENZOGNA. MISTICISMO E SESSUALITÀ. REALISMO E GROTTESCO. TRIVIALE E SUBLIME.

Verhoeven affida a queste tensioni costanti il compito di generare l'energia del racconto, le scintille della provocazione, la forza del ragionamento e la seduzione della persuasione. E per questo non sceglie mai di risolverle,
rimanendo sempre in sospeso tra le polarità opposte.
Anche nella forma, e nello stile del racconto, in un film che spiazza e diverte per la libertà con la quale è capace di cambiare registro nell'arco della stessa scena, e che non ha paura di giocare con la volgarità, l'esplicitazione e un ridicolo che è sempre assolutamente volontario e provocatorio.
Benedetta Carlini ha nove anni e una Madonna per bambola. Un intervento divino l'ha salvata alla nascita e promessa alla Vergine Maria. Entrata bambina nel convento di Pescia, che diventa il suo grande terreno di gioco, cresce in bellezza e 'santità'. Perché Benedetta ha straordinarie qualità affabulatorie. Le sue visioni, i suoi sogni e le stigmate le salgono il biasimo della badessa e il sostegno popolare. Tra miracoli e comete, Benedetta 'fa
la volontà' di una figlia che salva dalle grinfie del padre predatore. 'Sorella' intraprendente, Bartolomea alza la posta e la introduce al piacere. Intanto gli ecclesiastici locali provano a trarre profitto da questa mistica esaltata, perché se lo scandalo minaccia l'ordine prestabilito, sovente serve gli interessi della chiesa. Da copione, il Nunzio di turno deciderà di farne un falò. Ma le strade del signore, si sa, sono infinite. Basato sul saggio Atti
impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento di Judith C. Brown, Benedetta si ispira alla vita di Benedetta Carlini, una suora vissuta che nel 17° secolo, una volta entrata in convento, ha iniziato una storia
d’amore con un’altra donna. C’è una cometa che cambia il colore del cielo.
È rossastro, sembra uscire fuori da un dipinto religioso ma lascia avvertire anche l’oscuro presagio di un horror.
Forse è ancora una questione di colori per il cinema di Verhoeven: ancora il rosso fuoco di Elle, le sue tracce intermittenti in Basic Instinct. In Benedetta il rosso crea una frattura improvvisa, lo scarto tra il miracolo, la fede e, al contrario, l’inganno, la truffa. Verhoeven stravolge l’iconografia non solo del film religioso ma anche il paesaggio del set italiano dove il film è stato girato. Verhoeven firma un film epico sulla passione che ha anche frammenti
delle improvvise accelerazioni di un sontuoso film bellico come in tutta la parte finale in mezzo alla folla. Quando il film è stato accusato di blasfemia durante la conferenza stampa del Festival di Cannes, Paul Verhoeven
era sconvolto dall'idea e ha affermato che non può essere blasfemo qualcosa che è davvero successo, che si può giudicare se il fatto sia corretto o no, ma non cambiare la storia di ciò che è veramente accaduto.

Il film che ha sconvolto il Festival di Cannes. Sesso, blasfemia e l'Italia del Rinascimento.

Regia: Paul Verhoeven (II)
Cast: Virginie Efira, Charlotte Rampling, Lambert Wilson, Daphne Patakia, Olivi er Rabourdi n, Hervé Pierre, Clotilde Courau, Guilaine Londez, Alexia Chardard, Louise Chevi llotte
Genere: Drammatico, Storico
Distribuzione: Movies Inspired

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