JUDAS AND THE BLACK MESSIAH
Il film ha al centro un dilemma: l’informatore dell’FBI diventerà un membro delle Pantere Nere o cercherà di ostacolare e sconfiggere il movimento?
Ispirato a eventi realmente accaduti, Judas and the The Black Messiah è diretto da Shaka King, classe 1980, già regista del forte cortometraggio LaZercism, il film presentato al Sundance Film Festival racconta gli scontri tra neri e bianchi nella Chicago del 1968. E in un’America ancora spaccata dal razzismo sono quanto mai attuali alcune battute di Fred Hampton, il leader delle Pantere Nere: «Puoi ammazzare un rivoluzionario, ma non la rivoluzione. Puoi ammazzare chi lotta per la libertà, non la libertà. Io vivo per il popolo, amo il popolo».
Judas and the Black Messiah ha ricevuto diverse nomination agli Oscar, tra cui gli attori non protagonisti, la canzone, la sceneggiatura, la fotografia e quella più importante a Miglior film. È il primo a produzione interamente afroamericana (cioè tra i cui produttori non ci sono bianchi) a ricevere quella candidatura in 93 anni di storia del premio. Non solo, ha anche battuto il record detenuto da Il colore viola per il maggior numero di afroamericani nominati. E quello era diretto da Steven Spielberg.
UNA DONNA PROMETTENTE
Diretto, scritto e co-prodotto da Emerald Fennell (Killing Eve), Una Donna Promettente (titolo originale Promising Young Woman) è un thriller sulla vendetta che vede Carey Mulligan nei panni della protagonista e della produttrice esecutiva.
CANDIDATO ALL'OSCAR 2021 PER: MIGLIOR FILM, MIGLIORE REGIA, SCENEGGIATURA ORIGINALE, MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA (CAREY MULLIGAN), MONTAGGIO.
La trentenne Cassie ha buttato al vento ogni speranza: da quando ha abbandonato gli studi di medicina lavora in un piccolo bar, vive coi genitori e ogni weekend gira per locali facendosi abbordare da sconosciuti. Cassie in realtà ha un piano: fingendosi ubriaca, intende dimostrare come ogni uomo che la abborda nasconda il desiderio di violentarla o possederla con la forza. Nel suo passato c'è un trauma che ha segnato il suo destino, un evento che l'incontro con Ryan, ex compagno del college, riporta a galla. Combattuta fra l'interesse per Ryan e il desiderio di chiudere i conti con il passato, Cassie darà una direzione definitiva alla sua vita.
MANK
Il nuovo film di David Fincher dedicato alla figura di Herman J. Mankiewicz detto Mank, lo sceneggiatore di «Quarto potere». Dall'interpretazione da Oscar di Gary Oldman alla bellezza dei dialoghi, ecco perché ne sentiremo parlare
Ci troviamo a Victorville, in California, nel 1940. Herman J. Mankiewicz, sceneggiatore alcolizzato, dopo aver subìto un incidente si isola nel Deserto del Mojave per realizzare uno script commissionato da Orson Welles. A quei tempi, l’attore e regista statunitense è un giovane venticinquenne a cui la casa di produzione cinematografica RKO ha lasciato carta bianca per la realizzazione di un film.
Dunque Mankiewicz, detto Mank, cerca l’ispirazione nei ricordi, rievocando anni precedenti in cui era spesso ospite del tycoon William Randolph Hearst e al servizio di Louis Mayer, capo della Metro-Goldwyn-Mayer.
Mank lavora giorno e notte sullo script, affiancato dalla segretaria Rita Alexander e da un’infermiera, che gli dà i sedativi e l’alcol di cui ha bisogno per lavorare. Infatti, lo sceneggiatore è un uomo solo e deluso da se stesso. Per questo motivo, modella il protagonista di Quarto Potere proprio sulla figura del magnate Hearst, uno degli uomini più potenti e pericolosi dell’epoca. È così che decide di attingere alla propria esperienza personale, basata sulla sua conoscenza di Hearst e della fidanzata di lui, Marion Davies.
Il regista David Fincher riporta sullo schermo gli anni d’oro di Hollywood, con delle scenografie che rimandano alle sontuose produzioni cinematografiche del tempo
MINARI
Una storia semplice, a prima vista, ma che semplice non è
il film di Lee Isaac Chung, prodotto tra gli altri da Brad Pitt. Si tratta del film che sta facendo discutere il pubblico e la stampa americana, in particolare dopo le nomination agli Oscar 2021, tra tutte quella come Miglior Film. Minari ha la maggior parte dei dialoghi in coreano e non inglese, e per questo motivo secondo alcuni non può essere considerato un film americano. Eppure, è il più americano di tutti: per storia, messaggio e inclusione. Minari ha debuttato al Sundance Film Festival nel gennaio 2020 e da quel momento ha preso parte a tantissime manifestazioni americane conquistando tutti.
Anni '80: Jacob e la sua famiglia, immigrati sudcoreani stanchi di sopravvivere grazie a lavori come il sessaggio dei polli, si trasferiscono dalla California all'Arkansas. Jacob vuole avviare una coltivazione in proprio e rivendere i prodotti del suo lavoro nelle grandi città. La sua ambizione richiede enormi sacrifici e la moglie Monica è sempre meno disposta a concederne, specie per le complicazioni cardiache del figlio David. Pur di mantenere la famiglia unita Jacob accetta che si trasferisca da loro la suocera, Soonja: a differenza di Jacob, la donna è rimasta ancorata alle tradizioni coreane e si dimostra tutto fuorché corrispondente all'immagine tradizionale della nonna.
Il film Minari non è ancora uscito nelle sale italiane, date le chiusure dovute alla situazione pandemica. Al momento è disponibile in streaming sono negli USA. Per restare aggiornati sulla data d’uscita in Italia, seguiteci su Primafila Magazine
THE FATHER
The Father è uno di quei film che si conquista subito un posto d’onore nelle nomination agli Oscar.
UN FILM SEMPLICEMENTE TRAVOLGENTE
È la storia di un uomo anziano che per via dell’età ha una serie di problemi di smarrimento, di confusione, gli stessi che porta più comunemente l’Alzheimer, e che incondizionatamente e forse senza neanche accorgersene rifiuta il continuo aiuto da parte della figlia. Questa, sempre più preoccupata nel vedere il padre perdere lucidità, cerca qualcuno che possa aiutarlo in casa in modo da non lasciarlo solo. Nessuna delle scelte va a buon fine e l’ansia della figlia cresce quando comunica al padre che, per consolidare una nuova relazione, sta per trasferirsi in un’altra città. Nei due ruoli centrali ci sono rispettivamente Anthony Hopkins e Olivia Colman.
The Father- Nulla è come sembra è candidato a 6 premi Oscar: miglior film, sceneggiatura non originale. attore protagonista, attrice non protagonista, montaggio e scenografia.
Florian Zeller esordisce alla regia cinematografica con The Father, tratto dalla sua omonima pièce teatrale del 2012.