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sabato, Giugno 28, 2025
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NOMADLAND

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Le conseguenze della Grande recessione in uno struggente racconto di nomadismo, libertà e anticonformismo. Dopo vittorie al Dga Awards e a Bafta, trionfa ai premi Oscar come miglior film, regia, attrice protagonista.

Empire, stato del Nevada. Nel 1988 la fabbrica presso cui Fern e suo marito Bo hanno lavorato tutta la vita ha chiuso i battenti, lasciando i dipendenti letteralmente per strada. Anche Bo se ne è andato, dopo una lunga malattia, e ora il mondo di Fern si divide fra un garage in cui sono rinchiuse tutte le cose del marito e un van che la donna ha riempito di tutto ciò che ha ancora per lei un significato materico.
Vive di lavoretti saltuari poiché non ha diritto ai sussidi statali e non ha l’età per riciclarsi in un Paese in crisi, e si sposta di posteggio in posteggio, cercando di tenere insieme il puzzle scomposto della propria vita. Fern non è nomade per scelta, ma entra a far parte di quella Nomadland del titolo che sono diventati gli Stati Uniti a cominciare dalla fine degli anni Ottanta, generando un vagabondaggio speculare e contrario allo spirito di frontiera degli inizi, ma che in qualche modo ne contiene ancora il respiro.

Basato sull’omonimo racconto di inchiesta di Jessica Bruder, il film è il ritratto circolare e olistico di una nazione ma anche di un’identità femminile che si è definitivamente sganciata da tutto ciò che fa parte del vivere comune (occidentale): come un domicilio fisso, o una famiglia pronta a sedersi intorno al tavolo nel Giorno del Ringraziamento.
Nella notte più attesa del cinema, ha trionfato “Nomadland” vincendo il premio Oscar per il miglior film. Chloé Zhao, che l’ha diretto, è stata premiata come migliore regista e Frances McDormand, che compare in quasi ogni sua scena, ha vinto il premio per la miglior attrice protagonista. Il film, che dal 30 aprile sarà al cinema e disponibile in streaming, è costato circa 5 milioni di euro e finora ne ha incassati più o meno altrettanti.

REGIA: CHLOÉ ZHAO
CAST: FRANCES MCDORMAND, DAVID STRATHAIRN GENERE: DRAMMATICO
DISTRIBUZIONE: WALT DISNEY

MANK

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La vita dello sceneggiatore Herman Mankiewicz, scrittore dell’iconico film del 1941 Quarto Potere di Orson Welles.

Victorville, California, 1940. Lo sceneggiatore alcolizzato Herman J. Mankiewicz, temporaneamente infermo a causa di un incidente, si isola nel mezzo del deserto del Mojave con due assistenti per dar vita a uno script commissionato da Orson Welles, ventiquattrenne talento del teatro a cui la RKO ha dato carta bianca. Mankiewicz, detto Mank, cerca ispirazione tra i ricordi e rievoca eventi degli anni precedenti, che lo hanno visto spesso ospite del magnate William Randolph Hearst e al servizio del capo della MGM Louis Mayer. Tra questi le elezioni del 1934 per il governatore dello Stato, in cui simpatizzava per il candidato democratico dalle tendenze socialiste Upton Sinclair, apertamente osteggiato da Hearst e Mayer. Racconta la genesi del film più importante di sempre, la cui paternità è contesa: nel 1971 infatti il saggio di Pauline Kael Raising Kane offuscò il genio di Welles attribuendo il merito della sceneggiatura interamente a Mankiewicz. Per farlo Fincher veste letteralmente la pelle di quella Hollywood, in un bianco e nero sfavillante. 10 candidature a Premi Oscar.

REGIA: DAVID FINCHER
CAST: GARY OLDMAN, AMANDA SEYFRIED, LILY COLLINS, ARLISS HOWARD, TOM PELPHREY GENERE: DRAMMATICO, BIOGRAFICO – DISTRIBUZIONE: NETFLIX

JUDAS AND THE BLACK MESSIAH

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La vicenda di Fred Hampton, leader delle Pantere nere ucciso nel 1969.

Siamo nel 1968, anno che vide accese diverse proteste, tra cui quella degli afroamericani per i diritti civili. In questo periodo così delicato, durante il quale le manifestazioni spesso sfociano in atti di violenza, diventa capo delle Pantere Nere dell’Illinois il giovane arrivista Fred Hampton. Il gruppo si schiera contro la polizia, accusata di usare ingiustificatamente la violenza verso gli afroamericani. Hampton viene presto avvertito dal governo americano come una minaccia e l’FBI decide così di intervenire, facendo infiltrare tra le file delle Pantere Nere, uno dei suoi uomini, William O’ Neil. Quest’ultimo non è un vero e proprio agente, ma un semplice cittadino nero che aveva avuto diversi problemi con la legge, soprattutto a causa dei suoi furti, e al quale l’FBI propone di far cadere ogni accusa, purché diventi un agente di controspionaggio e fornisca informazioni su Hampton. Ben presto lo stesso infiltrato si ritroverà affascinato dalle parole del carismatico leader, una sorta di Messia nero, del quale lui sarà il Giuda. 5 candidature a Premi Oscar.

REGIA: SHAKA KING – CAST: DANIEL KALUUYA, LAKEITH STANFIELD, JESSE PLEMONS, DOMINIQUE FISHBACK, ASHTON SANDERS, MARTIN SHEEN, ALGEE SMITH – GENERE: : BIOGRAFICO, DRAMMATICO, STORICO – DISTRIBUZIONE: WARNER BROS

Nella notte degli Oscar segna il trionfo di Nomadland.

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È Nomadland il film che ha ricevuto il maggior numero di Oscar alla 93ª edizione degli Academy Awards: miglior film, miglior regia (Chloé Zhao, seconda donna a ottenere la statuetta dopo Kathryn Bigelow e prima donna asiatica) e miglior attrice Frances McDormand.


McDormand e Hopkins battono i favoriti nelle loro categorie, soprattutto l’interprete di The Father cancella il paventato Oscar postumo a Chedwik Boseman.

Anthony Hopkins. Vince come miglior attore protagonista per The Father. La performance di Hopkins ha avuto la meglio sul favorito della vigilia Chadwick Boseman, il giovane attore di Ma Rainey’s Black Bottom prematuramente scomparso.

Frances McDormand ha conquistato la sua terza statuetta come miglior attrice per «Nomadland» raggiungendo Ingrid Bergman e Meryl Streep. “Guardatelo sullo schermo più grande possibile e poi tornate al cinema”, ha detto dal palco.

Premio a Daniel Kaluuya come Attore non Protagonista in Judah and the black messiah dove interpreta il leader delle Pantere nere.

L’Oscar come attrice non protagonista è invece andato alla 73enne coreana Youn Yuh-Jung, co-protagonista dell’outsider Minari.

Due gli Oscar a Mank di Fincher (montaggio e production designer), due a Sound of metal (suono e montaggio), due Ma Rainey’s Black Bottom(trucco e costumi), due anche a Soul, il film Pixar diretto da Pete Docter che raccoglie l’ennesima conferma monopolistica della categoria Animazione. Terzo Oscar consecutivo dopo ‘Up’ e ‘Inside Out’, un vero record.

Il processo ai sette di Chicago di Aaron Sorkin segna zero Oscar su sette nomination

Oscar per la miglior canzone originale va a H.E.R. con il brano «Fight for You»,

A bocca asciutta  rimane anche  l’Italia: niente Oscar per Laura Pausini e il film Pinocchio di Matteo Garrone 

Tiara Thomas, H.E.R. e Dernst Emile II
(Chris Pizzello-Pool/Getty Images)