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Una dark comedy in cui pochi eletti provano una cucina stellata per scoprire, portata dopo portata, cosa ha pianificato lo Chef Julian Slowik (Ralph Fiennes). Dai sapori paradisiaci all’incubo ad occhi aperti, da ‘assaporare’ se non soffrite di claustrofobia.

UNA COMMEDIA AL VETRIOLO, CON TINTE THRILLER DAI RISVOLTI INASPETTATI

MARK MYLOD HA RICEVUTO, TRA I TANTI RICONOSCIMENTI, PROPRIO NEL 2022 L’EMMY AWARD PER LA SERIE DI QUALITÀ “SUCCESSION” IN QUANTO PRODUTTORE ESECUTIVO, di cui è stato anche co-regista.

L’artista britannico ha alle spalle una grande esperienza di progetti per il piccolo schermo (ha diretto anche due puntate per il celebre “United States of Tara” prodotto da Steven Spielberg), si è già cimentato con il grande schermo per cui citiamo “Sex List” con Anna Faris e Chris Evans. Una delle cifre emerse, in particolare, da alcune serie è il crudele tono sarcastico, molto presente in “The Menu”, nelle nostre sale distribuito da The Walt Disney Company dal 17 novembre. «Non fumare, uccide il palato», consiglia – col fare di chi ne capisce – Tyler (Nicholas Hoult) alla sua accompagnatrice Margot (Anya Taylor-Joy). Il film prende il via proprio dal punto di raduno per salire su una barca di dodici clienti privilegiati, che si ritrovano su un’isola costiera degli Stati Uniti nord-occidentali per mangiare in un ristorante esclusivo, Hawthorn, dove il solitario Chef Julian Slowik (un Ralph Fiennes in stato di grazia) ha preparato un sontuoso menù degustazione per alcuni ospiti speciali appositamente selezionati, tra cui il celebre critico gastronomico Lillian Bloom (Janet McTeer) e il suo servile caporedattore Ted (Paul Adelstein).

Qualcosa di sinistro si intuisce già dal tipo di accoglienza riservata dalla caposala Elsa (Hong Chau), la quale mostra foreste e pascoli, una sede dove avviene la tecnica dell’affumicatura, fino ad arrivare al ristorante, dove tutto sembra studiato nei minimi dettagli. Parallelamente chi fa parte della brigata fa avvertire come se si sia sotto osservazione, con
una tensione crescente che aleggia su ciascun tavolo mentre vengono svelati segreti (capaci di rompere gli equilibri tra le relazioni in essere) e serviti piatti inaspettati. Quando si verificano eventi particolari, le vere motivazioni di Slowik iniziano a inquietare i commensali e diventa sempre più palese come il suo elaborato menù sia stato pianificato per specifici obiettivi. Ma com’è nata l’idea alla base di “The Menu”?

Qualche anno fa, durante una vacanza a Bergen, in Norvegia, lo sceneggiatore Will Tracy prese una barca per recarsi in un ristorante di lusso che si trovava su un’isola privata poco lontana. «Sono un po’ claustrofobico e quando ci siamo seduti per mangiare ho notato che la barca che ci aveva accompagnato stava uscendo dal molo. Era un’isola molto piccola. E all’improvviso mi sono detto: ‘Siamo bloccati qui per quattro ore. E se qualcosa dovesse andare storto?’».Tracy ha proposto quest’idea al suo collaboratore di lunga data, lo sceneggiatore Seth Reiss e insieme hanno ideato una satira con una struttura narrativa che rispecchia le portate del menù degustazione di un ristorante di lusso.
L’ultimo lungometraggio di Mylod si rivela ben riuscito in ogni ingrediente, trasmettendo alla platea di turno la sensazione di assistere a una «trappola per topi», citando il buon Shakespeare.

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